28/10/2014 - Un matrimonio infelice fa ingrassare? Sembrerebbe dimostrarlo il risultato di uno studio svolto in U.S.A. dai ricercatori della Ohio State University, i quali hanno verificato come un rapporto difficile tra marito e moglie, una situazione familiare non serena, abbinato a stati di depressione, possa alterare il modo nel quale il nostro corpo assimila i cibi ad alto contenuto di grassi.
Lo studio, facente parte di un più ampio lavoro denominato "Metabolism: A new link between marital stress, depression and health", ha coinvolto 43 coppie sposate da almeno tre anni, ed i partecipanti avevano un'età compresa tra i 24 ed i 61 anni.
Nella prima parte della ricerca ai coniugi è stato richiesto di compilare alcuni questionari, contenenti domande mirate alla valutazione della soddisfazione matrimoniale, di precedenti disordini dell'umore e di sintomi della depressione.
Durante i giorni di svolgimento della ricerca è stato dato loro da mangiare degli abbondanti pasti a base di uova, salsicce e biscotti, per un totale di circa 930 calorie con 60 grammi di grassi. Che, spiegano gli scienziati, è all'incirca l'apporto calorico di un pasto da fast-food.
Due ore dopo mangiato, agli sposi è stato chiesto di parlare e tentare di risolvere alcuni dei problemi di coppia emersi dai questionari che, secondo gli autori della ricerca, avrebbero potuto generare discussioni nella coppia. Queste discussioni sono state videoregistrate, e classificate in base al livello di scontro venutosi a creare.
E' stato infine analizzato l'assorbimento dei grassi ed il consumo calorico per 7 ore successive, ed ecco cosa è emerso: i partecipanti caratterizzati sia da una storia di disturbi dell'umore che da un matrimonio conflittuale hanno bruciato meidamente 31 calorie all'ora in meno rispetto agli altri. Inoltre, il loro sangue aveva un livello di insulina (l'ormone che regola lo stoccaggio dei grassi) più basso del 12%. Infine, a quattro ore dal pasto, gli sposi con matrimonio conflittuale ed a rischio depressione avevano i livelli di trigliceridi più alti dell'intero gruppo, un elemento che aumenta il rischio di obesità e malattie cardiovascolari.
"Questi risultati non identificano soltanto come elementi cronici di stress possano portare all'obesità, ma ribadiscono quanto sia importante trattare i disordini dell'umore. Gli interventi per la salute mentale possono chiaramente produrre benefici anche per la salute fisica", spiega Jan Kiecolt-Glasser, direttore dell'istituto per la ricerca medica sul comportamento della Ohio State University e primo autore dello studio.
Fonte: dal web
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